Carlo Lorenzetti

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Carlo Lorenzetti

Un elogio alla precarietà della vita.

L’obiettivo di Carlo Lorenzetti sono delle composizioni che librino nello spazio-luce ad immagine di un mondo “astroferroso” tese a negare ogni consistenza di massa e di peso.

Scultore e incisore, frequenta l’Istituto d’arte di Roma e compie, previo concorso, studi artistici presso l’Académie de France a Villa Medici.

Inizia ad esporre nella seconda metà degli anni Cinquanta imponendo un sostanziale mutamento delle modalità di intendere il lavoro sulla tridimensionalità e sullo spazio. 

Sceglie quale mezzo della sua ricerca plastica la lastra metallica che, direttamente sbalzata, vive la terza dimensione contrastando ogni valenza di peso nelle invenzioni di forme a parete e a terra.

Da oltre cinquant’anni, scanditi dalla partecipazione alle più importanti esposizioni nazionali e internazionali e dall’attenzione della critica più attenta, Lorenzetti svolge ed approfondisce la sua indagine attraverso un discorso che, con materiali diversi, tramuta la sapienza del fare in un’originale poetica della leggerezza con un insolito dialogo tra la forza dell’immaginazione e il rigore della composizione.

Nel 1962 è invitato all’esposizione di Spoleto “Scultura nella città”, quale scultore più giovane accanto ad Arp, Calder, Moore, Smith ed altri. 

Partecipa alle Biennali di Venezia (1970, 1972 con sala personale, 1976, 1986), alle Quadriennali di Roma (1965, 1973 con sala personale, 1986, 1999), a “Ferruzzi per l’arte”, un progetto di AAM Architettura Arte Moderna con “Elementi di condensazione della luce” per la volta del Palazzo delle Arti di Ravenna (1991), a rassegne in musei nazionali e internazionali (Montreal, New York, Milano, San Paolo del Brasile, Madrid, Colonia, Vienna, Cracovia, Lubiana, Budapest, Basilea, New Delhi, Tokyo, Bilbao, Buenos Aires, Mosca, Leningrado, Francoforte sul Meno, Osaka, Bruxelles etc.).

Tiene mostre personali, anche antologiche, nella città di Anghiari (1972), nel Palazzo Comunale di Salò (1986), nel Palazzo dei Consoli di Gubbio (1986), nella Galleria Niccoli di Parma (1989), nella Galleria Civica di Modena (1992), nel Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara (1996), nel Castello di Pergine Valsugana (1998), nella Galleria Fumagalli di Bergamo (2001), nella Galleria Edieuropa (2005), dove ha partecipato anche a numerose collettive (1967, 1970, 1991, 1996, 2006), e nel 2012 alla mostra “Qui arte contemporanea 1966-1977”, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, nell’Istituto Centrale per la Grafica, con la mostra “Segno e parola” (2015).

Sue opere sono esposte in musei e in collezioni pubbliche sia in Italia che all’estero. 

Realizza, su commissione, grandi sculture in spazi pubblici. Riceve, come conferma della critica per il suo percorso artistico, riconoscimenti ufficiali quali il Premio Nazionale per la Giovane Scultura (1959) attribuito dalla GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) di Roma, il Premio Antonio Feltrinelli per la Scultura (1988) assegnato dall’Accademia Nazionale dei Lincei, il Premio Presidente della Repubblica Italiana per la Scultura (2004) su designazione dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui è membro dal 1999 e Presidente nel biennio 2015-2016.