Claudio Verna

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Claudio Verna

La Pittura analitica di Caudio Verna, come risposta al Minimalismo americano, pone al centro l’essenza stessa della pittura considerata nei suoi elementi costitutivi come lo spazio, la forma e il colore, inaugurando una dimensione differente, in cui il gesto si libera e il protagonista assoluto è il potere luminoso del colore che nasce da una sovrapposizione di strati e necessita una lenta percezione.

Dal 1942 al 1956 studia in Umbria, poi all’Università di Firenze, dove si laurea con una tesi sulle “Arti figurative nella civiltà industriale” e dove tiene le prime mostre di rilievo. 

Nel 1961 approda a Roma. Per alcuni anni rinuncia alle mostre per sperimentare e definire in totale autonomia il pensiero e gli strumenti della propria ricerca. 

Nel 1967 torna ad esporre, ormai definitivamente convinto delle ragioni “antiche e irrinunciabili” della pittura. 

E’ il periodo della cosiddetta “Pittura analitica”, volta ad una riflessione sul fare arte oggi e sul rapporto con la tradizione moderna. 

Riconquistata la propria libertà espressiva, dalla metà degli anni Settanta la pittura di Verna “si articola tra le polarità di un estremo rigore e di un intenso abbandono emotivo”. 

Protagonista assoluto dei dipinti è il colore e la sua capacità di assumere i valori massimi della saturazione. 

Il segno e il gesto, propri del lavoro di Verna fin dai suoi esordi alla fine degli anni cinquanta, hanno il compito di organizzare lo spazio e di identificare “figure” al di fuori di ogni referenza meramente descrittiva. 

All’inizio del 2000, il ritorno all’uso dei colori acrilici imprime una nuova accelerazione alla sua ricerca artistica.

Dopo il debutto alla Galleria Numero di Firenze nel 1960, sono oltre cento le personali allestite in Italia e all’estero, tra cui: Studio Arco d’Alibert, Roma, 1968; Biennale di Venezia, 1970 e 1980; Galleria dell’Ariete, Milano, 1970; Galleria Martano, Torino, 1970; Galleria Editalia (poi Edieuropa), Roma, 1971, 1995 e 2003; Galerie M, Bochum, 1972; Galleria La Polena, Genova, 1973 e 1979; Galleria del Milione, Milano, 1973, 1976 e 1979; Studio La Città, Verona, 1975 e 1978; Galleria La Bertesca, Genova, 1976 e 1977; Dusseldorf, 1976; Galerie Arnesen, Copenhagen, 1977; Galleria Marlborough, Roma, 1977; Galerie Artline, Den Haag, 1979; Studio Marconi, Milano, 1983; Galleria Bambaia, Busto Arsizio, 1983 e 1998; Galleria Corraini, Mantova, 1983 e 1987; Palazzo dei Leoni, Messina, 1986; Casa del Machiavelli, S. Andrea in Percussina, 1986; Studio Mara Coccia, Roma, 1986, 1988, 1991, 2002 e 2008; Studio Ghiglione, Genova, 1987; Galleria Morone, Milano, 1987 e 1995; Westend Galerie, Francoforte, 1989, 1997 e 2002; Galleria Fumagalli, Bergamo, 1993 e 1998; Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università di Roma, 1999; Palazzo Mormino, Donnalucata, 2001; Galleria Giulia, Roma, 2001; Spazio Annunciata, Milano, 2001; Palazzo Chigi, Viterbo, 2003; Galleria Varart, Firenze, 2006; Galleria Fioretto, Padova, 2007; Fondazione Zappettini, Milano, 2008; Galleria Ricerca d’Arte, Roma, 2009; Galleria Emmeotto, Roma, 2009; Anfiteatro Arte, Padova, 2010; Galleria progettoarte-elm, Milano, 2011; Mara Coccia arte contemporanea, Roma, 2011. 

Ottiene vari riconoscimenti, tra cui il Premio Acireale nel 1968; il Premio Città di Gallarate nel 1973 e nel 1995; il Premio Michetti nel 1973 e nel 1983, il Premio Suzzara nel 1999. 

Rassegne antologiche gli vengono organizzate dal Museo Civico di Gibellina nel 1988, dalla Galleria Comunale di Spoleto nel 1994, dal PAC di Ferrara nel 1997, dalla Galleria Comunale di Conegliano, Palazzo Sarcinelli, nel 1998, dalla Casa dei Carraresi di Treviso nel 2000, dal Museo Nazionale d’Abruzzo, L’Aquila, nel 2007 e dalla Fondazione Mudima, Milano, nel 2011. 

Nel 2008 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli conferisce il Premio “Antonio Feltrinelli” per la pittura. 

Viene nominato Accademico nazionale di San Luca. 

Nel 2010 esce il Catalogo ragionato del suo lavoro a cura di Volker W. Feierabend e Marco Meneguzzo, per la Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI). Vive e lavora a Roma.

“Di fatto, non posso dire di avere un metodo vero e proprio di lavoro, né criteri precisi cui attenermi. Quando mi pongo di fronte alla tela ho sempre la sensazione di avventurarmi in un territorio ancora tutto da esplorare”.

Claudi Verna